mercoledì 25 luglio 2007
martedì 17 luglio 2007
MISSIONE FINITA PER IL SUPERPREFETTO DE SENA. L'UOMO CHE TOLSE OGNI ALIBI AI CALABRESI SPIEGANDO CHE LA MAFIA STA IN PIEDI GRAZIE AL LORO SILENZIO

De Sena dunque lascia, e la cosa non può che raffreddare le già tiepide speranze di riscatto. Ci si chiede che fine farà il suo lavoro su temi come il riuso dei beni confiscati, la sicurezza al porto di Gioia Tauro, la formazione di una coscienza sociale, per dirne solo alcuni. Non resta che auspicare che al suo posto venga assegnato qualcuno capace di portare più avanti quelle considerazioni e non piuttosto, un normalizzatore.
lunedì 16 luglio 2007
LE MANI SULLA CITTA' / DA UN FILONE DELL'INCHIESTA "ARCA" UN FILO CHE PORTA ALL'ASSINDUSTRIA. LA DDA DI REGGIO INDAGA SU UN PRESUNTO CONTO SEGRETO

venerdì 13 luglio 2007
* ULTIMISSIMA * / "PRODI INDAGATO A CATANZARO". SUL SITO DI PANORAMA LA NOTIZIA DEL COINVOLGIMENTO DEL CAPO DEL GOVERNO NELL'INCHIESTA DI DE MAGISTRIS

Qui la risposta di Prodi con una dichiarazione all'Ansa delle 17:42: ''Ho appreso poco fa dal sito internet del settimanale Panorama di essere stato iscritto sul registro degli indagati dalla Procura di Catanzaro. Pur non avendo ricevuto alcun avviso di garanzia o informazione al riguardo, non posso che testimoniare, come sempre, la mia totale fiducia nel lavoro dei magistrati che hanno voluto tutelare la mia persona, se l'avviso di garanzia sara' effettivamente confermato, con un atto che permettera' di dimostrare la mia totale estraneita' a qualsiasi eventuale accusa''. E' quanto afferma in una dichiarazione diffusa da Palazzo Chigi il premier Romano Prodi.
Sulla vicenda interviene anche il procuratore Mariano Lombardi: "Non so nulla".
Per qualche ora regna l'incertezza: Prodi non ha ricevuto nessuna notifica, dalla procura nessuna conferma, dal suo capo una reazione stizzita per negare di esserne al corrente. Su Repubblica.it le polemiche in ambito giudiziario.
Su Dagospia un pastone che raccoglie da diverse fonti e parla di Prodi e di De Magistris. Di quest'ultimo Ansa mette in rete una anticipazione dell'intervista che ha rilasciato a Riccardo Iacona (in onda martedi 17): "(...) c'e' una nuova forma di criminalita' organizzata, la criminalita' organizzata dei colletti bianchi, cioe' formata da pezzi importanti delle istituzioni, della politica, delle professioni, del mondo finanziario, dell'impresa", dice il magistrato. E aggiunge: "Non ci illudiamo che la magistratura e il giornalismo siano estranei a questo sistema.". Un concetto ripetuto in una intervista (a Parigi) col Corriere della Sera, in cui si sostiene (da parte del giornalista Carlo Vulpio) che Prodi è indagato e che nell'indagine compaiono società a lui riconducibili. La replica di Sircana.
martedì 10 luglio 2007
L'AUTOSTRADA DELLE COSCHE: SUBAPPALTI, ESTORSIONI E -SORPRESA- UN SINDACALISTA CGIL. POLITICA E MALAFFARE: USURA, TRUFFE E VOTI AL CONSIGLIERE UDEUR

Un'altra inchiesta ("Omnia", della procura di Catanzaro) fa le pulci a una cosca della sibaritide (una zona un tempo immune dalla presenza mafiosa) arricchitasi grazie allo sfruttamento sistematico di subappalti in opere pubbliche, alle truffe all'Inps, all'usura e il voto di scambio (qui i lanci d'agenzia). 60 gli ordini di custodia cautelare. Indagato (e perquisito) anche il capogruppo in Consiglio regionale dell'Udeur, Franco La Rupa. Qui quattro pagine del Quotidiano (1, 2, 3, 4) e le altre del giorno seguente (1, 2).
Cosa hanno in comune le due inchieste? Forse molte cose, ma quella che di più risalta è l'inquietante livello di infiltrazione (del sindacato, dei partiti, in questi due casi) degli interessi mafiosi. Non basta sospendere e/o prendere le distanze, come nel caso di Vazzana ha fatto la Cgil e in quello di La Rupa l'Udeur. Occorre chiedersi come mai coloro che oggi si vorrebbero allontanare un tempo furono accolti. La spiegazione sta nel fatto che in politica (e nemmeno purtroppo a sinistra) non si va poi tanto per il sottile. I voti (come i soldi) non puzzano, tanto vale...
Effetti collaterali: dalle indagini emergono le tracce di vere e proprie frodi nella qualità delle forniture nei cantieri autostradali, e l'assesssore regionale Michelangelo Tripodi rivela che nei mesi scorsi un manufatto appena eseguito é subito crollato, e si chiede quali verifiche di sicurezza si intendano compiere per accertare le condizioni statiche delle opere.
Era osservato da tempo, ma solo il 15 luglio viene arrestato il boss Giuseppe Bellocco.
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