
L'aria si è fatta pesante in Calabria. S'era visto quest'estate, non è stagione di equilibri. La ndrangheta (di San Luca, e quindi il vertice dell'organizzazione) è impegnata in una sorta di guerra civile al suo interno. La politica locale, a destra come a sinistra, si divide come non mai e non esita a prodursi in tatticismi e manovre ad ogni livello. La giustizia viene ridotta a più miti consigli dagli interventi del governo. Tutti contro tutti si direbbe, in un clima sofferente, un'aria pesante in cui le minacce volano, e si intrecciano, e fanno pensare. Un clima che rende tutto possibile. Anche cose così: 1.
Crotone, tre giorni fa. Un cronista del Quotidiano,
Antonio Anastasi viene
aggredito sotto casa da
tre uomini mascherati e armati di bastoni. Antonio
scrive di ndrangheta, e questo non deve essere piaciuto a qualcuno. 2.
Roma, ottobre. Parlando alla Camera il deputato socialista
Giacomo Mancini denuncia di aver subito
minacce alla sua incolumità fisica. "
Se qualcosa mi dovesse accadere considero mandanti morali Adamo, Bruno, Perugini, Ambrogio, Guccione e Covelli", e
chiede di essere ascoltato dal procuratore antimafia Grasso. Immediata risposta degli interessati, con l'annuncio di una
querela per diffamazione. 3.
Catanzaro, ottobre. Rese note le
minacce ricevute mesi fa dal deputato di Forza Italia
Giancarlo Pittelli (indagato a Catanzaro da De Magistris). Buste con proiettili intercettate alla posta e il falso allarme di una bomba piazzata sotto casa. 4.
Cosenza, settembre.
Bruciata la macchina a
Carlo Guccione, segretario Ds, che in quel momento é ancora in corsa per la candidatura alle primarie del Pd calabrese. 5.
Locri, settembre. Ennesima
lettera di minacce all'onorevole
Grazia Laganà Fortugno. Nella missiva si fa riferimento a Guccione. "Finirai come la sua macchina". Gli inquirenti annunciano di coordinare le due inchieste. 6.
Catanzaro, ottobre. Arrestato un
giovane disoccupato che avrebbe ammesso di aver telefonato all'Ansa per dettare
minacce al presidente della Giunta regionale
Loiero. Quest'ultimo continua sistematicamente a ricevere
minacce di morte insieme a
Doris Lo Moro, assessore alla Sanità. 7.
Cosenza. Intervistata dal Quotidiano,
Eva Catizone usa "un paradosso, una figura retorica", parlando di Cesare Salvi come se fosse paragonabile agli assassini di Fortugno. Salvi
querela per diffamazione. 8.
Cosenza, ottobre.
Incendiata l'auto a
Franco Covelli, capogruppo Ds in Consiglio comunale.
Nessun commento:
Posta un commento