
Era appena stato nominato vescovo di Locri da Giovanni Paolo II, tredici anni fa, e lo incontrai a Roma per una intervista. Era stato a capo della Pastorale del lavoro in Calabria, e quando gli chiesi della fiera lotta degli operai della Montedison di Crotone che occuparono la fabbrica parlò di "radiose giornate". Così conobbi padre
Giancarlo Bregantini. Poi lo rividi a Locri, che diceva messa con la scorta per le tante minacce. Che andava a trovare le famiglie delle vittime della ndrangheta. Che diventava presidente di una cooperativa pur di creare lavoro per i ragazzi. In tanti anni di testimonianza, padre Giancarlo ha aperto gli occhi al suo gregge, e chissà quanto ancora sarebbe servito il suo lavoro, la sua presenza. Ma il papa non la deve pensare cosi, visto che ha spedito padre Bregantini - non certo di sua volontà - a Campobasso. "
E' sempre difficile obbedire", ha detto. Arrivederci padre Giancarlo, ci mancherà, in questa Calabria sempre più normalizzata.
Si stanno rimuovendo tutti i punti di riferimento positivi del popolo calabrese.
RispondiEliminaLa Calabria è sempre più sola.
staff freesud
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Continuiamo a parlarne della Calabria! Buone o brutte notizie. Se smetteremo di parlarne rimarrà davvero sola...
RispondiEliminaSolidarietà e sostegno
Complimenti per questo coraggioso e realista post.....grave perdita per Calabria quella di Bregantini....
RispondiEliminaComplimenti per il blog...