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sabato 13 ottobre 2007

CALABRIA TUTTI CONTRO TUTTI / lNTIMIDAZIONI, MINACCE, DENUNCE E PROIETTILI. E UN CRONISTA DI CROTONE BASTONATO SOTTO CASA

L'aria si è fatta pesante in Calabria. S'era visto quest'estate, non è stagione di equilibri. La ndrangheta (di San Luca, e quindi il vertice dell'organizzazione) è impegnata in una sorta di guerra civile al suo interno. La politica locale, a destra come a sinistra, si divide come non mai e non esita a prodursi in tatticismi e manovre ad ogni livello. La giustizia viene ridotta a più miti consigli dagli interventi del governo. Tutti contro tutti si direbbe, in un clima sofferente, un'aria pesante in cui le minacce volano, e si intrecciano, e fanno pensare. Un clima che rende tutto possibile. Anche cose così: 1. Crotone, tre giorni fa. Un cronista del Quotidiano, Antonio Anastasi viene aggredito sotto casa da tre uomini mascherati e armati di bastoni. Antonio scrive di ndrangheta, e questo non deve essere piaciuto a qualcuno. 2. Roma, ottobre. Parlando alla Camera il deputato socialista Giacomo Mancini denuncia di aver subito minacce alla sua incolumità fisica. "Se qualcosa mi dovesse accadere considero mandanti morali Adamo, Bruno, Perugini, Ambrogio, Guccione e Covelli", e chiede di essere ascoltato dal procuratore antimafia Grasso. Immediata risposta degli interessati, con l'annuncio di una querela per diffamazione. 3. Catanzaro, ottobre. Rese note le minacce ricevute mesi fa dal deputato di Forza Italia Giancarlo Pittelli (indagato a Catanzaro da De Magistris). Buste con proiettili intercettate alla posta e il falso allarme di una bomba piazzata sotto casa. 4. Cosenza, settembre. Bruciata la macchina a Carlo Guccione, segretario Ds, che in quel momento é ancora in corsa per la candidatura alle primarie del Pd calabrese. 5. Locri, settembre. Ennesima lettera di minacce all'onorevole Grazia Laganà Fortugno. Nella missiva si fa riferimento a Guccione. "Finirai come la sua macchina". Gli inquirenti annunciano di coordinare le due inchieste. 6. Catanzaro, ottobre. Arrestato un giovane disoccupato che avrebbe ammesso di aver telefonato all'Ansa per dettare minacce al presidente della Giunta regionale Loiero. Quest'ultimo continua sistematicamente a ricevere minacce di morte insieme a Doris Lo Moro, assessore alla Sanità. 7. Cosenza. Intervistata dal Quotidiano, Eva Catizone usa "un paradosso, una figura retorica", parlando di Cesare Salvi come se fosse paragonabile agli assassini di Fortugno. Salvi querela per diffamazione. 8. Cosenza, ottobre. Incendiata l'auto a Franco Covelli, capogruppo Ds in Consiglio comunale.

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