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martedì 10 luglio 2007

L'AUTOSTRADA DELLE COSCHE: SUBAPPALTI, ESTORSIONI E -SORPRESA- UN SINDACALISTA CGIL. POLITICA E MALAFFARE: USURA, TRUFFE E VOTI AL CONSIGLIERE UDEUR

Un'inchiesta ("Arca", della procura reggina) porta 15 persone in carcere e svela i taglieggiamenti alle imprese che lavorano all'A3 Salerno-Reggio. Coinvolto un sindacalista Cgil, Noè Vazzana, assistente di cantiere. Per i pm avrebbe svolto il ruolo dell'ufficiale di collegamento con la cosca mafiosa dei Bellocco di Rosarno. Tra le imprese anche quelle legate alla Lega delle Cooperative: pagavano anche loro le mazzette richieste (ecco i lanci d'agenzia e le due pagine del Quotidiano: 1, 2.). Così il giorno dopo. Sempre sul Quotidiano un profilo delle imprese coinvolte.
Un'altra inchiesta ("Omnia", della procura di Catanzaro) fa le pulci a una cosca della sibaritide (una zona un tempo immune dalla presenza mafiosa) arricchitasi grazie allo sfruttamento sistematico di subappalti in opere pubbliche, alle truffe all'Inps, all'usura e il voto di scambio (qui i lanci d'agenzia). 60 gli ordini di custodia cautelare. Indagato (e perquisito) anche il capogruppo in Consiglio regionale dell'Udeur, Franco La Rupa. Qui quattro pagine del Quotidiano (1, 2, 3, 4) e le altre del giorno seguente (1, 2).
Cosa hanno in comune le due inchieste? Forse molte cose, ma quella che di più risalta è l'inquietante livello di infiltrazione (del sindacato, dei partiti, in questi due casi) degli interessi mafiosi. Non basta sospendere e/o prendere le distanze, come nel caso di Vazzana ha fatto la Cgil e in quello di La Rupa l'Udeur. Occorre chiedersi come mai coloro che oggi si vorrebbero allontanare un tempo furono accolti. La spiegazione sta nel fatto che in politica (e nemmeno purtroppo a sinistra) non si va poi tanto per il sottile. I voti (come i soldi) non puzzano, tanto vale...
Effetti collaterali: dalle indagini emergono le tracce di vere e proprie frodi nella qualità delle forniture nei cantieri autostradali, e l'assesssore regionale Michelangelo Tripodi rivela che nei mesi scorsi un manufatto appena eseguito é subito crollato, e si chiede quali verifiche di sicurezza si intendano compiere per accertare le condizioni statiche delle opere.
Era osservato da tempo, ma solo il 15 luglio viene arrestato il boss Giuseppe Bellocco.

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