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domenica 20 maggio 2007

IL GATTUSO-PENSIERO / IN CAMPO E FUORI DAL CAMPO, QUI E FUORI DI QUI. RINGHIO SI CONFESSA E PROPONE LA SUA IDEA DI CALABRESITA'

Dalla Calabritudine di Pino Nano, alla Calabresità di Gennaro Gattuso. Il calciatore del Milan e della Nazionale, nato a Corigliano Calabro, dopo le difese avversarie travolge anche i tifosi pubblicando con Feltrinelli la sua autobiografia:"Se uno nasce quadrato non muore tondo". Gattuso è ormai un personaggio della comunicazione globale: risulta bello, genuino, vero, appassionato, disponibile, buono (e anche un po' "sturduto" e a volte in preda a convulsioni linguistiche - come tanti, che possono cosi perfino identificarvisi). Insomma un testimonial ideale per la pubblicità, l'editoria, la tv e perfino l'azione umanitaria. Ma la vicenda di Gattuso-comunicatore forse non avrebbe attirato la nostra attenzione se non ci fosse stato un articolo-intervista di Antonio D'Orrico su Corriere Magazine, che sotto l'apparenza di un incontro col Vip, sollevava riflessioni interessanti sull'immagine che i calabresi hanno di se stessi. Ringhio: "Io penso anche in calabrese, è più veloce, è più comodo... Anche sul campo, quando bisogna prendere una decisione in una frazione di secondo, il mio cervello comincia a produrre idee in calabrese". «Essere terroni significa avere delle radici molto solide, vuol dire amare e portare avanti le tradizioni, non rinnegare mai la propria cultura e la propria identità, dare al proprio figlio maschio il nome del nonno, avere un rispetto sacro per la famiglia e per gli amici».

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