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sabato 12 maggio 2007

SOLO SE PASSANO IN TV GLI SCANDALI SONO TALI. PERCHE' C'E' VOLUTO RICCARDO IACONA PER VOMITARE DAVANTI ALLA FILA DI DISOCCUPATI COSTRETTI AL BIVACCO?

Viva l'Italia é finita dopo tre reportages appuntiti come chiodi che hanno inesorabilmente messo in croce quel che resta del ceto politico calabrese. Inviato e stile alla Samarcanda, tutto pareva risalire a vent'anni fa: comparaggi tra ex nemici per salvarsi un seggio al parlamento, assunzioni di figli fratelli cugini nipoti nella completa assenza di un benché minimo pudore, manovre immorali sul bisogno di lavoro di tanta gente. E invece no, era ieri, é ancora oggi. Solo sono cambiate le facce, invecchiate o da nuovi arrivati, a seconda dei casi. Qui il link per rivedere le puntate di Viva l'Italia: 1, 2, 3,.
Ma la vicenda solleva qualche riflessione. Ed è la seguente: se Riccardo Iacona non avesse impiegato più di un anno di lavoro scarpinando su e giu per la regione per portare alla luce questa serissima inchiesta, una trasmissione del genere la avremmo vista per iniziativa di un giornalista e/o un medium locale?
Aggiornamento. Dalla folla dei dannati in fila per un lavoro è nata una associazione "per la divulgazione occupazionale"(sic). I promotori si presentano con un comunicato stampa: "siamo noi, giovani reggini che abbiamo gestito e coordinato (il bivacco, nota mia) in maniera autonoma, tanto da raggiungere non solo l'obiettivo di consegnare la domanda di ammissione al bando, ma di garantire un accesso legittimo e ordinato allo sportello". Che per un disoccupato è il massimo. E poi, incuranti del ridicolo, ringraziano chi ha permesso tanto successo, non senza assestare un colpo ai giornalisti cattivi e prevenuti: "Grazie al senso civico dimostrato dai reggini che in quei giorni hanno spiazzato i cronisti nazionali arrivati con l'idea di offrire una visione distorta e faziosa"...

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